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A fianco dei lavoratori dell’aereoporto

Comunicato- A proposito dell’aereoporto di Forlì, riteniamo che, come scalo civile, non sia mai stato necessario, considerata la vicinanza degli aereoporti di Bologna e Rimini. I fatti testimoniano invece che essenzialmente quest’opera è servita come pozzo senza fondo in cui gettare soldi pubblici (6,5 mln di euro solo per attirare le compagnie!) ad esclusivo vantaggio dei vettori privati collegatisi a Forlì…ridicolizzando, come in tanti altri casi, il principio liberista che esclude categoricamente l’intervento statale in economia, i privati hanno “investito” su Forlì solo grazie a sussidi pubblici. Questo è inaccettabile: a fare gli imprenditori con i denari di altri siamo capaci tutti, se le compagnie private credono vantaggioso puntare su Forlì utilizzino pure i loro patrimoni!

Altro discorso vale per i lavoratori impiegati nello scalo (100, indotto incluso): questi non possono di certo pagare per responsabilità ed errori altrui. Favia, consigliere regionale del Movimento 5 stelle, sostiene che la regione debba “chiedere scusa” a queste persone.
Noi siamo persuasi che chi rimane senza lavoro delle “scuse” istituzionali o delle lacrime della Fornero se ne faccia poco.
Occorre che tutti i dipendenti colpiti dalla chiusura del sito vengano immediatamente ricollocati in altri impieghi, ripartendo il lavoro che c’è attraverso una diminuzione dell’orario a parità di salario.
Il nostro impegno come militanti rivoluzionari del PCL sarà quindi orientato alla difesa dei lavoratori, non certo ad una battaglia campanilistica a favore dell’inutile scalo forlivese.

  Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) 
sezione “D. Maltoni” Forlì-Cesena

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