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Lo Sciopero Generale dev’essere vero!

Lo Sciopero Generale deve essere vero… e non la commedia riparatoria degli accordi vergognosi della Camusso con Marcegaglia e i sindacati padronali CISL e UIL
Questi accordi sono stati dettati unicamente dall’ansia di rientrare nella partita della concertazione con le classi dominanti in vista di un ricambio politico di governo ma, in effetti, sono serviti soltanto a spianare la strada all’attuale governo per un nuovo attacco frontale al mondo del lavoro e per umiliare la stessa CGIL. Un’ altro disastro di questo gruppo dirigente che non può essere sanato con qualche corteo improvvisato per salvare la faccia della burocrazia confederale e le sorti della sua segreteria, tanto più in assenza di un bilancio e di una revisione di linea. Per questo i compagni del PCL , in CGIL, daranno battaglia per le dimissioni dell’attuale segretaria e la convocazione di un congresso straordinario della confederazione.  

Lo sciopero del 6 settembre deve essere uno sciopero vero!
Bisogna puntare ad un più vasto coinvolgimento di forze per bloccare l’Italia (produzione, trasporti, servizi, pubblica amministrazione). Questo deve combinarsi con l’assedio di massa delle prefetture, delle sedi confindustriali e accompagnarsi con contestazioni di massa ai sindacati organicamente padronali e governativi :CISL e UIL. Bisogna rompere definitivamente la linea degli accordi di luglio e agosto, sancendo la piena autonomia del movimento sindacale e operaio dal padronato e dal PD. E’una vergogna che le parole d’ordine della CGIL per questo sciopero siano le stesse del PD, che è il partito di CONFINDUSTRIA.  

Questa manovra non va cambiata ma DISTRUTTA!
Questo sciopero deve segnare l’inizio di una mobilitazione di massa radicale ed ininterrotta, fino al ritiro della manovra e la cacciata del governo; una mobilitazione che unifichi intorno a se l’enorme indignazione popolare e assuma i caratteri di una vera rivolta sociale contro la dittatura degli industriali, delle banche e del Vaticano. E’ ora che non solo le forme di lotta, ma gli stessi obbiettivi del movimento operaio, si elevino al livello nuovo dello scontro imposto dalla crisi capitalista globale e dall’offensiva dominante: 1) Il debito pubblico ai banchieri non va pagato e le banche vanno nazionalizzate sotto il controllo dei lavoratori. Le immense risorse così risparmiate vanno investite in lavoro, servizi pubblici, beni comuni. 2) Va imposta l’abolizione del lavoro precario,il blocco dei licenziamenti , la nazionalizzazione sotto controllo dei lavoratori di tutte le aziende che delocalizzano, licenziano o violano i diritti sindacali. 3) Va rivendicato l’abbattimento delle spese militari, lussi istituzionali, privilegi vaticani, come via di un finanziamento di un vero salario sociale per i disoccupati che cercano lavoro. Va rivendicata un’Europa socialista contro questa degli industriali e dei banchieri. Il PCL porterà questo programma di svolta nelle manifestazioni dello sciopero generale del 6 settembre: dentro la battaglia generale per il governo dei lavoratori come unica alternativa. Solo una mobilitazione vera unitaria e radicale, può errestare la valanga anti operaia, strappare risultati anche parziali, capovolgere di segno l’intero scenario nazionale, aprire una nuova prospettiva politica.  
Solo se temono di perdere tutto, i padroni possono cedere qualcosa

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