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AD ATENE È NATA LA DEMOCRAZIA, AD ATENE LA RIVOLUZIONE LA SEPPELLIRÀ

Maddalena Robin- Il popolo greco è di nuovo sceso in piazza. Da ieri mattina è iniziato l’ennesimo sciopero paralizzante in un Paese ridotto allo stremo dalle riforme d’austerity decise dal Fondo Monetario.
Alle 8 di mattina a Syntagma, la piazza del parlamento greco ad Atene, hanno cominciato a riunirsi i manifestanti, l’afflusso è cresciuto in maniera esponenziale per tutta la giornata e sono diventati migliaia ,tutti riuniti di fronte al Parlamento per cercare di impedire l’ingresso dei deputati e la discussione delle misure capestro richieste dal governo.

Alle dieci di sera, la protesta coinvolgeva circa 30.000 persone, uomini e donne di tutte le età disposti a tutto per salvare il loro futuro. La piazza non ha vissuto in tutta la giornata un secondo di tregua, ma nonostante i numerosi scontri pesanti che si sono succeduti e nonostante un lancio di lacrimogeni a tappeto che sarà difficile da dimenticare sono rimasti lì, perché la lotta per la vita è l’unica che non conosce paura.

Il popolo greco, sebbene piegato e stremato, dimostra di avere delle energie che noi ci sogniamo e non intende piegarsi più.
Sono più di due anni che il movimento greco si struttura e si estende: dal 6 dicembre 2008, giorno dell’assassinio del quindicenne Alexis Grigoropoulos, il livello di consapevolezza, di organizzazione e di scontro s’è alzato vertiginosamente.
Dalle proteste radicali di studenti e migranti, che per un mese hanno bruciato Atene e Salonicco, le lotte operaie e dei portuali, così come di molte altre categorie hanno insegnato alla popolazione greca cosa significa riappropriarsi (almeno) della propria dignità.

Rabbia e determinazione non si sono fermate neppure davanti alla repressione più dura. Anche ieri (come succede sempre ad Atene) gli apparati della repressione hanno reagito con violenza inaudita: normali reparti celere affiancati ai M.A.T., ma soprattutto al gruppo DIAS/DELTA, gli scagnozzi in motocicletta, hanno bastonato e caricato in continuazione e la risposta è stata notevole ed efficace (“ne hanno prese tante” leggo nei comunicati dei compagni greci).

La piazza è stata territorio di guerra per molte ore, tanto che anche dentro la fermata della metropolitana sono stati lanciati moltissimi lacrimogeni e ancora non si riesce ad avere idea del numero di feriti. Ma la voce della rivolta non si è mai abbassata e potente urlava : “PANE, EDUCAZIONE, LIBERTA’: LA GIUNTA NON E’ FINITA NEL 1973″, e ancora “MPATSI, GOURUNIA, DOLOFONI” (GUARDIE MAIALI ASSASSINI),lo slogan che dal giorno della morte di Alexis non ha mai smesso di echeggiare per le strade greche.

Le notizie sono ancora poche e frammentarie, ma una cosa appare ormai chiara e fuor di dubbio: il popolo greco ha voglia di cambiare, ha voglia di prendere in mano il proprio futuro, ha voglia di parlare di RIVOLUZIONE.

Il popolo greco ci sta indicando inequivocabilmente la via: una mobilitazione popolare straordinaria, che unifichi il mondo del lavoro e della scuola, i giovani i lavoratori ed i pensionati, indigeni e migranti che unifichi insomma l’intera umanità oppressa dai killer della finanza globale e dell’imperialismo in generale, in una lotta di massa continuativa e radicale: che assedi i palazzi del potere sino alla caduta del governo. Una lotta che dovrà nascere in ogni nazione per diventare internazionale , tesa ad una prospettiva di classe e di alternativa vera: che rovesci la dittatura del profitto e costruisca un altro ordine sociale.

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2 risposte

  1. Anonimo ha detto:

    alla fine nulla resterà impunito

  2. ☭Ciocia☭ ha detto:

    Speriamo succeda anche in Italia qualcosa del genere, compagni greci, non sarete mai soli!

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