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Fare come in Tunisia

Nota di Marco Ferrando- La crisi politica e istituzionale ha imboccato un vicolo cieco. Il fallimento di opposizioni parlamentari amiche di Marchionne è ormai il principale fattore di tenuta del sultanato Berlusconi, nel momento della sua massima crisi. Si impone dunque una svolta. Non sarà né il Parlamento, nè la Procura di Milano a sbloccare l’impasse. Può essere solo la forza di massa dei lavoratori e dei giovani. Come in Tunisia contro Ben Alì: dove la rivolta di massa ha rovesciato in una settimana un regime ventennale, grazie alla fusione dello sciopero generale con l’indignazione popolare.
Lo sciopero generale dei metalmeccanici del 28 Gennaio può e deve avviare una prolungata prova di forza contro il governo per la sua cacciata, saldando rivendicazioni sociali e politiche. Per questo il PCL propone a tutte le sinistre politiche e sindacali di combinare le manifestazioni del 28 con il presidio di massa delle Prefetture di tutta Italia per chiedere le dimissioni del governo. “ Fare come in Tunisia” è la parola d’ordine che porteremo nelle piazze.

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