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Sul ponte S-VENDO-LA bandiera rossa!

di M.R. Il presidente di Confindustria non fa mistero delle sue preferenze in fatto di governatori: in cima alla classifica c’è il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Perché? Sui media locali, impazzano le critiche per le autorizzazioni addirittura “illegittime” di discariche e termovalorizzatori, tutte a favore di Emma.

Eravamo nel giugno scorso: Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, intervenendo da Vicenza, si era sprecata in elogi a favore di Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia. “È senza dubbio il miglior governatore del Mezzogiorno, la Puglia è una regione ben gestita, io ho delle aziende e conosco bene quella situazione”, sostenne, esplicita, la Marcegaglia; “In Puglia si sono fatte cose buone, quello di Vendola è l’esempio”

APPREZZAMENTI IMPORTANTI – Parole, come detto, magniloquenti ed esplicite. “Io ho delle aziende”, dice la Marcegaglia, e intende: che lavorano al sud. Parecchie aziende. Attive, soprattutto, nel settore dei rifiuti. Ma non di striscio, non alla lontana: pare, infatti, che il Marcegaglia group abbia saldamente in mano la gestione del ciclo della spazzatura nel tacco d’Italia, governato dal popolarissimo esponente di Sinistra Ecologia e Libertà. In molti sono i media, locali e nazionali, che hanno dato, nel corso degli ultimi tempi, approfondita copertura ai movimenti delle aziende Marcegaglia nel sistema rifiuti pugliese. E, a leggere le storie che saltano fuori, è impossibile non notare un coinvolgimento diretto del governatore Vendola a favore del ciclo rifiuti targato Emma. A volte, si è arrivati anche davanti al giudice. “L’azienda di proprietà della famiglia del presidente della Confindustria”, scriveva tempo fa, in un esauriente dossier, Panorama, “Emma Marcegaglia, in Puglia ha un forte ruolo nel ciclo dei rifiuti. Per esempio gestisce tre dei quattro termovalorizzatori, realizzati sotto diverse insegne, sempre insieme con la Cisa.
A Massafra (Taranto) brucia ecoballe (il cdr, combustibile derivato dai rifiuti) e produce energia, 12 megawatt l’ora, da quasi quattro anni l’impianto della Appia energy (presidente Albanese, amministratore delegato Roberto Garavaglia, 55 anni, manager del gruppo Marcegaglia). A Manfredonia (Foggia) è stato autorizzato lo stabilimento dell’Eta Energie tecnologie ambiente (presieduta da Garavaglia). A Modugno la Eco energia(sempre guidata dal tandem Albanese-Garavaglia, nel cda Antonio Marcegaglia,presente anche nell’Appia energy) ha costruito un termovalorizzatore che nell’ottobre 2008 è stato sequestrato dalla procura di Bari per la mancanza di alcune autorizzazioni”.(…)

Le ragioni del consenso attorno a Vendola

Vendola è oggi tra i pochi in Italia capace di sedurre fatalmente sfruttati e convincere gli sfruttatori della propria affidabilità. Se da un lato si accredita agli occhi dei lavoratori, privi da anni di un “trascinatore”, attraverso le armi della retorica, dall’altro lato l’esperienza della presidenza della regione Puglia può far dormire sonni tranquilli alla grande borghesia italiana. Oggi Nichi ha tra i suoi supporter non più i ragazzetti no-global ma i padroni entusiasti, come Don Verzè, magnate della sanità privata italiana, ed Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, solo per citarne alcuni. E non perde occasione per coccolarli e rassicurarli, senza timori, direttamente dalle colonne dei giornali padronali principali: “Imprese fidatevi di me”!.
Infine c’è da considerare la disperazione di tutta quella classe politica della sinistra governista, pensionata dal voto del 2008, che si aggrappa all’unico messia capace di riportarla in parlamento. Non a caso al congresso di Sel di Firenze “in prima fila c’erano Fausto Bertinotti, Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Fabio Mussi, Cesare Salvi. Consapevoli del fatto che solo Vendola può riportarli in Parlamento.”

La regia di Bertinotti al congresso di Sel
Se a qualcuno le cose dette fin qui potrebbero sembrare un processo alle intenzioni, crediamo sia utile a questo punto un’analisi del congresso e dei documenti da esso approvati. A leggerli – ci vuole coraggio, ma non è questo il punto – risulterà subito evidente, specie per chi ha dei trascorsi in Rifondazione Comunista, qual è il vero ideologo che li ha partoriti: Fausto Bertinotti, che non a caso a Firenze era in prima fila a dettare i tempi dell’intervento a Vendola.
Per chi giustamente non voglia sottoporsi al supplizio della lettura del “Manifesto per Sel”, il “documento politico”, è sufficiente leggersi le quattro righe dell’articolo 1 del Regolamento congressuale per capire tutto il senso del congresso:
“Il 1° Congresso di Sinistra Ecologia Libertà si svolgerà su un documento politico – “Manifesto Fondativo” emendabile, senza che ciò determini alcuna forma di rappresentanza negli organismi dirigenti. Non è prevista la presentazione di documenti alternativi o di emendamenti che si configurino come tali.” Il senso è chiaro e questa volta Nichi lo esprime in prosa: discutete pure di tutto ciò che volete ma qui comando io!
Una simile costruzione antidemocratica farebbe impallidire finanche il Pdl di Berlusconi. Ma per Nichi “non ci vuole un partito ma un partire” e soprattutto, povero bistrattato Gaber, “La libertà, è partecipazione”

Una scelta di campo: il riformismo borghese
Il documento politico, infine, mostra tutti i segni del revisionismo bertinottiano.
L’orizzonte politico è il riformismo, la crisi si risolve dando i soldi ai padroni giusti e facendo gli investimenti oculati, sostanzialmente la crisi è un fatto occasionale dovuto ai cattivi maestri del liberismo yankee, bisogna rilanciare l’Europa e l’Onu e ridistribuire attraverso un nuovo, indefinito e però più giusto Welfare State. E poi la pace che si otterrebbe attraverso “un sistema di difesa su scala europea”,sostanzialmente una nuova armata al servizio della borghesia europea.
Quale la novità programmatica? Soprattutto, dov’è il programma che dovrebbe interpretare le istanze dei lavoratori?

Congresso o lancio di un comitato elettorale?
Nulla di nuovo dunque, nessuna nuova ricetta, manca pure la democrazia interna come in ogni partito borghese che si rispetti. Da Firenze la classe lavoratrice italiana deve aspettarsi solo nuovi e più pesanti tradimenti. Del resto l’esperienza pugliese parla chiarissimo: in Puglia non c’è il socialismo e nemmeno una sua vaga ombra, ma solo attacchi pesantissimi alla sanità, il ridimensionamento dell’Acquedotto Pugliese che mai è stato ripubblicizzato, non c’è alcun reddito sociale nè tanto meno alcuna “riforma strutturale” che segni qualche conquista per i lavoratori. Nichi non si è fatto mancare nemmeno gli scandali di corte mentre ha distribuito ingenti finanziamenti alle imprese che, in Puglia come nel resto d’Italia, delocalizzano.
Il vero scopo dell’incontro di Firenze non era quello di far nascere un partito. È piuttosto il lancio del comitato promotore per Vendola premier e per un governo apertamente borghese, che si ponga a salvaguardia degli interessi di Confindustria e banche e di questi sia l’interlocutore privilegiato per la capacità di spegnere le lotte e illudere i lavoratori.
Nichi Vendola riassume in sé il peggio di molti tipi umani che detesto anche quando danno il meglio di sé (cosa che accade molto raramente). Del politico ha il peggio di ciò che sta in un populista . Ma il peggio del peggio Nichi Vendola lo dà come ex-comunista, perennemente in assetto tattico, sempre a traino di una retorica da difficile ma indispensabile compromesso, sempre dolente in ogni sorriso, sempre un po’ falso in ogni invettiva. Dell’oratore nato, che è un tipo umano fra quelli che più detesto, ha l’inclinazione al lessico affabulatore con l’uso del climax a triplette. Fateci caso: Nichi Vendola usa sempre tre perifrasi per ogni immagine, sempre tre sinonimi per ogni sostantivo, per ogni aggettivo, per ogni verbo, per ogni avverbio, e parla come se pigliasse da un intimo universo di sensazioni che somiglia a un dizionario dei sinonimi. Del narcisista ha il vittimismo trionfante. L’identità “ideologica” non è quella “gay”, ma quella ostentatrice.
Insomma, Nichi Vendola non mi piace, non mi piace proprio.
Uno che ha sponsorizzato Di Gennaro come questore di Bari appena dopo il massacro della scuola Diaz, ha sponsorizzato il nome di Karol Józef Wojtyła per l’aeroporto di Bari, ha affidato l’assessorato alla sanità in Puglia a Tedesco pur sapendo che ha una azienda che produce prodotti sanitari, ha affidato alla Godelli , sionista dichiarata ,l’assessorato alle politiche mediterranee (infatti la regione Puglia finanza un sacco di progetti con le università sioniste).
Introna il suo assessore ha firmato degli accordi sull’acqua sia con i sionisti sia con i turchi (l’acqua è dei palestinesi e dei curdi).
Ha licenziato 168 dipendenti del policlinico di Bari, fa suonare gruppi musicali solo se hanno suonato per la sua campagna elettorale (infatti sempre i soliti gruppi suonano in Puglia).
Se questa carogna, così subdola che nonostante le nefandezze si fa passare per il nuovo leader della sinistra, riesce a gestire in questo modo una regione,immaginatelo nella gestione di un intero paese!

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