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Alla Fiat tornano di moda i licenziamenti politici

Melfi– E’ giunta ieri la notizia che la dirigenza Fiat di Melfi ha deciso di licenziare tre operai dello storico stabilimento lucano con l’accusa di aver impedito il proseguimento della produzione. Dalla settimana scorsa, nello stabilimento di Melfi si susseguono tutti i giorni scioperi articolati nei vari reparti per protestare contro il comportamento della direzione che, unilateralmente e senza confronti preventivi con la Rsu, ha deciso l’incremento della produzione nell’ordine del 10%, senza alcun inserimento aggiuntivo di lavoratori.
Tutto ciò avviene in contemporanea con il ricorso alla cassa integrazione.
In pratica, si chiede di lavorare di più ai turni che lavorano, mentre gli altri turni sono collocati in cassa integrazione”.

“La Fiat, invece di avviare il confronto previsto dal contratto nazionale e dagli accordi aziendali sull’organizzazione e sui carichi di lavoro – conclude la Fiom -, con queste sospensioni dei lavoratori aumenta lo stato di tensione. È un atto gravissimo che conferma il disegno autoritario della Fiat. La Fiom sollecita la Fiat ad accogliere la richiesta unitaria della Rsu di ritiro immediato dei provvedimenti disciplinari”.
Respingere l’attacco padronale.
Rivendicare il potere operaio!

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