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Obama e BP: in regime capitalista tutto si compra e tutto si distrugge

All’interno della società capitalistica, in cui, per parafrasare Einstein, “tutto si compra e tutto si distrugge”, il capitalista acquista la nostra forza-lavoro in cambio di un salario, tenuto scientemente più basso del profitto che al capitalista il nostro sudore crea, ciò che Marx chiamava plusvalore, il quale resta così nelle tasche del capitalista che via via si arricchisce sempre più mentre il suo dipendente resta al palo. Anche i governi borghesi (di centro-destra o centro-sinistra, progressisti, fascisti o conservatori che siano) funzionano grosso modo così: vengono lautamente unti dal denaro delle classi dominanti perchè ancora più grande e vantaggioso è il servizio che questi rendono alla grande borghesia, garantendole la proprietà privata dei mezzi di produzione, la repressione dell’avanguardia di classe, sgravi fiscali, la possibilità di evadere nei paradisi fiscali o di delocalizzare nei paesi a basso costo di manodopera, leggi ultra-permissive in materia di contratti di lavoro, insomma tutti gli ingredienti indispensabili all’accumulazione del capitale. Noi marxisti chiamiamo questi governi i “comitati d’affare della grande borghesia”, non crediamo nella possibilità di una vera alternativa di società attraverso un normale processo elettorale dentro le regole di questo sistema e per questo riteniamo che un vero progresso sociale possa essere partorito solo dallo stravolgimento violento dello stato capitalistico, cioè tramite la rivoluzione. Ecco spiegato anche perchè non ci siamo mai fatti ingannare dal volto “democratico” dei vari Bertinotti, Lula, Chavez…. Tanti altri a sinistra hanno vissuto veri e propri spasmi amorosi per questi tristi figuri durante le loro campagne elettorali, salvo poi deludersi subito dopo e rassegnarsi all’idea del “divorzio”, facendo ogni volta arretrare sempre più la coscienza di classe di ampi strati popolari e mortificando la loro determinazione ad auto-organizzarsi e a lottare in prima persona senza attendere dal “cielo” delle elezioni borghesi un moderno “messia”. L’ultimo uomo nuovo (in apparenza..) che ha fatto palpitare il cuore di tanti riformisti e/o sinistroidi vari è stato Obama, presentatoci da tutti come l’icona del cambiamento sociale, dei diritti umani, della pace e della green economy; entrando nel dettaglio della sua politica, la realtà ha però un sapore molto più amaro:
1) centinaia di miliardi di dollari dati in pasto a banchieri, industriali e speculatori, gli stessi che hanno generato la crisi, tutti soldi ovviamente sottratti alle spese per i servizi sociali; per cercare di controbilanciare la cosa, approvazione di una timidissima riforma sanitaria, talmente innocua che ha ottenuto l’appoggio, in ultima istanza, anche delle principali compagnie assicurative private del paese, visto che, per farla passare, si è eliminata la cosiddetta public option (cioè l’assicurazione sanitaria di stato per tutte le fasce indigenti) sostituita dalle stesse assicurazioni private finanziate dalla spesa pubblica, così che queste ultime hanno trovato nella riforma obamiana nuovi margini di profitto, tant’è che appunto l’hanno benedetta! (che cambiamento sociale!)
2) Guantanamo è ancora in piena attività anche se è prevista la sua chiusura (Obama dichiarò in campagna elettorale che sarebbe stato il suo primo impegno da presidente…); in ogni caso, Guantanamo è soltanto l’emblema più scintillante e per questo scomodo della nuova guerra al terrore lanciata dall’impero americano, quindi anche se questo lager verrà cancellato, tanti altri identici resteranno sparsi per il mondo, con la possibilità di torturare i potenziali indiziati nelle galere dei paesi amici a scopo di interrogatorio (extraordinary renditions). (Quanti diritti umani!) Inoltre la presenza militare a stelle e striscie nel pantano afghano non è mai stata così asfissiante: proprio così, il record di truppe occupanti spedite in Afghanistan spetta all’amministrazione del Premio Nobel per la Pace Obama (questa paradossale situazione avrebbe faticato a concepirla pure Orwell nel suo “1984”). (Che promozione della pace!)
3) Infine, alla faccia dell’ambientalismo, il presidente Obama, dopo aver autorizzato tutte le trivellazioni al largo (senza obbligare le multinazionali del petrolio ad installare quei dispositivi di sicurezza comandati a distanza che avrebbero evitato il disastro del Golfo del Messico), ha riattivato la costruzione di centrali nucleari nel paese, bloccata da più di trent’anni! Concludo con una chicca: I dati del Center for responsive politics, una ONG impegnata a tenere d’occhio il lavoro delle lobby, dimostrano che la British Petroleum (responsabile del massacro ecologico attuale), solo nel 2008, ha versato nelle tasche di almeno 80 tra legislatori e candidati un totale di 500 mila dollari, compreso Barack Obama (77 mila dollari). Ci spieghino i vari opportunisti alla Vendola o alla Sansonetti (nella corte dei fan di Obama) se questo denaro è stato distribuito ai politicanti americani per pietoso filantropismo oppure perchè, come sosteniamo noi, i governanti sono burattini nelle mani dei capitalisti e le elezioni “democratiche” la maschera necessaria a coprire i reali rapporti di forza tra le classi, con l’alternanza tra i due poli borghesi al potere come oppio da far masticare alle classi oppresse in attesa di una vera alternativa di vita e di società!

Nessuna fiducia nelle istituzioni borghesi! Rivoluzione!

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