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Appunti: Cosa vuol dire che il PCL non è un partito elettoralista?

“Fino a quando gli uomini non avranno imparato a discernere, sotto qualunque frase, dichiarazione e promessa morale, religiosa, politica e sociale, gli interessi di queste o quelle classi, essi in politica saranno sempre, come sono sempre stati, vittime ingenue degli inganni e delle illusioni. (Lenin da Tre fonti e tre parti integranti del marxismo)”

Tutti gli altri partiti sono elettoralisti, perché incentrano tutta la loro azione politica sulle elezioni con lo scopo di accedere, in alleanza con altri o se possibile da soli, al governo dello stato nelle sue varie istituzioni: governo nazionale, governi regionali, amministrazioni provinciali e comunali.

Questo vuol dire che tutti si identificano con lo stato democratico-borghese, con alcune differenze formali più che sostanziali. I partiti di destra auspicano una forma istituzionale più autoritaria con maggiori poteri al governo rispetto al parlamento, fino ad ipotizzare una quasi dittatura con il potere del capo del governo di sciogliere il parlamento. Quelli di “sinistra” vogliono maggiori poteri al parlamento e alle varie assemblee elettive mentre al centro oscillano fra le due tendenze.

Altre differenze riguardano ovviamente il programma che essi vogliono attuare: politica economica, sociale, internazionale; ma tutti riconoscono in questo sistema i caratteri della democrazia sostenendo, più o meno in buona fede, che attraverso le elezioni sia veramente il popolo a governare.

Al contrario il PCL essendo un autentico partito comunista dichiara formalmente, nelle risoluzioni congressuali e nel programma politico, che l’attuale sistema non è una democrazia, ma una dittatura mitigata da alcuni elementi di democrazia. Meglio di una vera dittatura che proibisce per legge ogni opposizione politica, libertà di stampa ecc, ma comunque una dittatura. Una dittatura dove, la borghesia esercita un governo di genere assoluto. Attraverso il potere ricattatorio della proprietà privata dei mezzi di produzione, del credito e con il controllo dei mezzi di informazione, la borghesia monopolizza l’opinione prevalente delle masse popolari.

In sostanza, ogni quattro anni le classi lavoratrici, vengono chiamate a scegliere fra i diversi rappresentanti della classe dominante, su programmi di governo diversi per modalità di attuazione ma con l’uguale obbiettivo di mantenere saldo il dominio dei padroni.
Se questo dominio venisse minacciato, anche democraticamente e cioè con la vittoria alle elezioni di un partito anticapitalista, i padroni scatenerebbero una guerra senza quartiere contro i lavoratori,
svelando così la sostanza della loro falsa democrazia.

Non esiste perciò alcuna possibilità di costruire una vera democrazia con il sistema elettorale vigente. In conclusione la partecipazione alle elezioni, per un partito comunista, rappresenta l’occasione per propagandare le proprie idee, proporre ai lavoratori un programma politico che li rappresenti veramente e comprendere lo stato di coscienza delle classi lavoratrici.
Non certamente per governare questo stato, inventato dai padroni per i padroni.
(falaghiste)


Lode al comunismo

È ragionevole chiunque lo capisce. È facile.
Se non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i suicidi, suicidio.
È contro il sudiciume e contro l’idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo: è la fine dei delitti.
Non è una follia, ma invece fine della follia.
Non è il caos, ma l’ordine, invece.
È la semplicità che è difficile a farsi.

Bertold Brecht

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