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SCIOPERO VIRTUALE … MA CHE MINCHIA E’?


Definizione di Sciopero virtuale: Forma di conflitto alternativa allo sciopero tradizionale, di recente elaborazione dottrinale. L’idea dello sciopero virtuale nasce principalmente dall’esigenza da un lato, di garantire a tutti i lavoratori il diritto di esercitare il diritto di sciopero, e dall’altro, dall’esigenza di ricondurre il conflitto sociale in quelli che sono i suoi confini naturali, ovvero quelli dell’azienda e dell’impresa, senza far ricadere le conseguenze negative delle astensioni collettive dei lavoratori sugli utenti dei servizi pubblici essenziali.

Spiegazione: il lavoratore aderisce allo sciopero (perché è un sacro diritto sancito dalla Costituzione) però lavora lo stesso perché sennò mette in crisi l’azienda … ma siccome è in sciopero non percepisce la paga.
Insomma una lotta virtuale che permette di prenderlo nel culo in maniera reale.
È un modo come un altro di addolcire una dittatoriale riforma fascista e i lavoratori, indeboliti dalla mancanza di una lotta di classe unitaria, addormentati dal Grande Fratello dall’isola dei famosi e da tutte le altre stronzate, non hanno ancora realizzato di aver perso tutti i diritti, conquistati anche col sangue dai nostri padri e dai nostri nonni.

O cara moglie, stasera ti prego,
dì a mio figlio che vada a dormire,
perchè le cose che io ho da dire
non sono cose che deve sentir.
Proprio stamane là sul lavoro,
con il sorriso del caposezione,
mi è arrivata la liquidazion,
m’han licenziato senza pietà.

E la ragione è perchè ho scioperato
er la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà.

Quando la lotta è di tutti per tutti
il tuo padrone, vedrai, cederà;
se invece vince è perchè i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.

Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa,
e un dopo l’altro cominciano a entrar.

O cara moglie, dovevi vederli
venir avanti curvati e piegati;
e noi gridare: crumiri, venduti!
e loro dritti senza piegar.

Quei poveretti facevano pena
ma dietro loro, la sul portone,
rideva allegro il porco padrone:
l’ho maledetto senza pietà.

O cara moglie, prima ho sbagliato,
dì a mio figlio che venga a sentire,
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà

chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.
[Ivan Della Mea]

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