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Dopo l’occupazione… è l’ora della nazionalizzazione sotto controllo operaio e senza indennizzo!

Procedura di mobilità per l’80 per cento dei dipendenti, occupata la fabbrica
TORINO

I lavoratori della Johnson Electric hanno occupato la fabbrica di Moncalieri che l’azienda, di proprietà cinese, vuole chiudere. La Johnson produce calotte per case automobilistiche come la Fiat e l’Audi e ha 128 dipendenti (qualche anno fa ne aveva quasi il doppio).
«In un primo tempo – spiega Giovanni Di Lauro, della Uilm – l’azienda aveva annunciato l’intenzione di aprire la procedura di mobilità per la metà dei dipendenti e di cercare un capannone più piccolo per la produzione. Ieri però, in un nuovo incontro in Regione, ci ha spiegato che la situazione è diventata drammatica e che dal primo febbraio aprirà la procedura di mobilità per l’80% dei dipendenti. Questo significa chiusura della fabbrica».
La Johnson Electric, oltre allo stabilimento di Moncalieri, è proprietaria della Gate di Asti e ha un sito produttivo in Francia.

LAVORO: SENZA STIPENDIO, OCCUPATA FABBRICA MEGAYACHT A TERMINI
(AGI) – Palermo, 24 dic. – Hanno occupato l’azienda i circa 150 lavoratori della “Boats” di Termini Imerese, l’unica a non essere ricorsa alla cassa integrazione nell’area industriale dominata dalla Fiat e dall’indotto. Le commesse ci sono, ma la fabbrica di megayatch non ha pagato gli stipendi di novembre attesi a meta’ dicembre e che, secondo un’intesa, dovevano essere versati ieri; stesso discorso per le tredicesime e si teme anche per le buste paga del mese corrente. Cosi’ i dipendenti hanno passato la notte in cantiere, in attesa di una risposta. I sindacati avevano anche messo sul tavolo la disponibilita’ a una liquidazione delle tredicesime in piu’ rate, ma anche questo non e’ servito a sbloccare la vertenza. L’impresa ha fatto sapere che, all’ultimo momento, la banca verso cui e’ esposta si e’ tirata indietro e non ha concesso ulteriori dilazioni. “E’ stato un brutto colpo – dice Vincenzo Comella della Uilm – inferto proprio sotto Natale. Gli operai hanno passato la notte in azienda anche perche’ non hanno i soldi per il treno che li dovrebbe portare a casa. E poi non hanno il coraggio di dire alle loro famiglie che non potranno festeggiare serenamente il Natale”. “Una vicenda dolorosa – aggiunge Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil – che si trascina da tempo. Questo e’ l’unico settore che in questa fase difficile continua a tirare. Ci sono le commesse, ma a quanto pare le banche non danno una mano. I lavoratori sono stati pazienti, ma si prevede un ulteriore aggravamento della situazione e sono allo stremo”. (AGI)
Mrg

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